Ecco “l’alba”.

Ecco che la speranza è tornata. Finalmente un po’ di luce dopo la tempesta (non meteorologica!)
Sto parlando del lavoro. La ragione dell’intero mio viaggio.

Dopo aver cercato a lungo, fatto colloqui e una prova lunga ben una settimana (che all’inizio dovevano essere due), sono stata assunta in un salone giapponese.
Sono molto contenta qui, l’atmosfera è rilassata e sono tutti gentili.
Purtroppo gli servo part-time, e questo significa meno soldi, ma sono comunque tanto quanto prendevo prima a tempo pieno, quindi direi di non potermi lamentare!
Si trova a circa 30/ 40 minuti di bus da dove abito, il che non è affatto male.

Abito ancora nella cameretta minuscola di cui vi parlavo nell’articolo precedente. La mia nuova amica si è trasferita da sola in un’altra casa, in quanto con la mia situazione fino a poco tempo fa del non avere ancora un lavoro e non sapere se avrei potuto o no per questo proseguire gli studi, non potevo permettermi un nuovo contratto (magari con un affitto minimo di mesi) se poi sarei dovuta tornare in Italia.
Le incognite sono così, ti lasciano nel dubbio di cosa ne sarà di te a breve, e se hai qualcosa nelle immediate vicinanze, faresti meglio ad aggrappartici e a non rischiare altro.
In fondo, dopo mille peripezie nel pulire bene la stanza dall’indecente sporco lasciato dal coinquilino precedente, probabilmente un maialino di allevamento, sono riuscita a renderla vivibile e, almeno per il momento, non ho intenzione di lasciarla. Anche perchè pago meno rispetto a quanto pagavo prima nell’altra casa di italiani, e forse con questo affitto basso posso permettermi di non chiedere troppi extra a mia madre.
Sicuramente cercherò un secondo lavoretto nel tempo libero, per arrotondare. Sperando non sia una cosa troppo assurda stabilire i giorni in cui andare!

Il college è ripreso da un paio di settimane, via con compiti, studio, pratica, e una grande seccatura: trascinarmi avanti e indietro il trolley (pesantissimo) ogni volta, con tutto il necessario per la pratica e la teoria (il mio kit con teste di bambola, spazzole, ecc… e i libri)
E’ un massacro! Anzi, prima era tutto in un borsone che si portava a spalla… non vi dico… praticamente impossibile da portare.
Ebbi la brillante idea di comprare un trolley, una valigia con le ruote, e ci ho messo dentro il tutto. Così è ovviamente più facile da trasportare, e ogni volta mi sento come se stessi partendo per un viaggio.

Direi che tutto sommato ora ho ingranato di nuovo. Dopo lo sconforto iniziale non mi sono data per vinta, e questi sono i risultati: ce l’ho fatta.
Non rinunciate al primo ostacolo, proseguite. Anche se vi sembra difficile. Altrimenti vi guarderete indietro e capirete che avrete fatto sforzi e sacrifici per nulla. Rinunciando avete perso tutto, tutti i buoni propositi che avevate.
Continuando con determinazione, invece, scoprirete che quei faticosi gradini non sono infiniti, ma presto vi porteranno alle piccole mete ed ai piccoli successi che, insieme, faranno il quadro generale della vostra meta finale.

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xo
*Londinese Acquisita*

9 pensieri riguardo “Ecco “l’alba”.

  1. leggendo le cose che hai fatto, gli sconfortanti avvenimenti e il modo in cui li hai affrontati viene da pensare che la tua sia una storia degna di un telefilm, dove tutto in qualche modo si sistema per un volere sconosciuto, senza spiegazione… ma poi ci si ricorda che sei reale e esisti e hai lottato perché le cose funzionassero… Sono contenta che le cose si stiano sistemando. Ci dai forza, mi dai forza.
    Un abbraccio da una tua conterranea che ama e odia la sicilia.

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